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Letti a casetta per bambini, una giusta scelta per le camerette

I letti a casetta rappresentano l’ultima tendenza nel settore dell’arredamento per i più piccoli con riferimento quindi alle camerette da letto. Un trend che viene spinto in particolare dalla riscoperta degli insegnamenti di Maria Montessori, incentrati sulla totale libertà del bambino.
Un orientamento che sta conquistando un gran numero di famiglie, desiderose di favorire l’indipendenza e la crescita personale dei propri figli. Dato che oggi ci sono diversi modelli di letti a casetta, vediamo quali sono le caratteristiche principali di questi prodotti e in che modo sceglierli.  

A chi sono rivolti i letti a casetta?

La platea cui sono rivolti i letti a casetta è soprattutto quella costituita dai bambini tra i 2 e i 3 anni di età. Ovvero quelli che sono ormai troppo grandi per la culla, ma ancora piccoli per poter ambire ad un letto normale. La vera differenza con i letti standard è da ravvisare nel fatto che possono essere utilizzati sino ai 9 o 10 anni, per poi essere sostituiti dai secondi. In definitiva, quindi, si tratta di una soluzione in grado di accompagnare i più piccoli nella fase dello sviluppo, aiutandoli a ritagliarsi spazi sempre più larghi di autonomia, senza eccessivi problemi di sicurezza.

Perché il letto a casetta è una soluzione migliore rispetto a uno tradizionale?

Prima di decidere per un letto a casetta, ci si dovrebbe porre un semplice quesito: perché questa soluzione dovrebbe essere preferita ad un letto tradizionale? È effettivamente in grado di garantire concreti vantaggi? Il principale fattore il quale induce a prendere in considerazione il letto a casetta rispetto a quello classico deriva dal fatto che il modello con le sponde a sbarre obbliga comunque il piccolo ad essere aiutato nella fase di scavalcamento delle barriere laterali al fine di riuscire a entrare nel letto e uscirvi. Viene cioè ad essere limitata la sua ricerca di autonomia e, di conseguenza la crescita di autostima. Quindi, l’esatto contrario di quanto predicato dal metodo montessoriano.
Se è vero che alcuni letti tradizionali consentono di abbassare in totale autonomia le sponde, in fatti, le stesse devono poi essere rialzate nella fase in cui il piccolo utente riposa, in modo da evitare i rischi di possibili cadute dalle conseguenze imprevedibili. Ecco perché il lettino a casetta sta conquistando un numero sempre maggiore di proseliti, anche nel nostro Paese.

Quanti letti a casetta esistono?

I letti a casetta possono essere suddivisi in alcune categorie di riferimento. Ovvero:

  • letto montessoriano, nel quale l’altezza totale, compreso il materasso non va a superare i 20 o 25 centimetri da terra;
  • il letto salva spazio, ideale per chi necessita di misure maggiori, da completare con un cassetto portagiochi e un cassettone estraibile;
  • il letto trasformabile, una culla la quale può diventare all’occorrenza un lettino in grado di accompagnare la crescita del bimbo;
  • il letto a struttura modulare, che può essere trasformato con poche e rapide mosse in un letto singolo.
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